(Amor Fati / Extraconscious) Il primo disco si chiamava “Below”. Il secondo “Beneath” (recensione qui), ed ora questo “Beyond”. Sotto, al di sotto e oltre. Nelle profondità dei mari, perché qui si parla di abissi, di abissi marini, della zona adopelagica, la regione più profonda dell’oceano situata all’interno delle fosse oceaniche. Tetri come solo una band belga appartenente al Nox Entity può apparire, privi di luce come nelle nelle acque più profonde, ma anche melodici e a tratti quasi sinfonici in un modo suggestivo e misterioso che nemmeno i norvegesi saprebbero imitare. Una caratteristica interessante di questo progetto è la lingua: non cantano in inglese o in francese, nemmeno in lingua fiamminga… piuttosto in una lingua inventata, misteriosa, perfetta per questi mondo liquido, per questo universo fatto di acqua, privo d’aria, capace di assorbire o distorcere la luce. Nei sei immensi e coinvolgenti brani l’inglese compare solo nel titolo dell’album, anche titolo delle traccie, e al finale, negli ultimi secondi dell’ultimo brano: ‘there’s nothing beyond this world but fire’… non c’è niente al di là di questo mondo tranne il fuoco. Una dimensione sonora monumentale, una tendenza ignota ma apocalittica… dalle fredde acque anche fonte di vita, alle fiamme che bruciano, che cancellano, che uccidono. Che purificano.
(Luca Zakk) Voto: 8,5/10