(Vacula Prod.) Black metal band italiana, piemontese, attiva da tempo e alquanto prolifica in fatto di pubblicazioni (ne abbiamo scritto QUI e QUI). Il duo è ora un trio: si agiunge infatti a Kosmos Reversum e Lord J.H. Psycho, due polistrumentisti, il batterista Frozen (Aracanu Inferi, Malauriu e altri). “Altar of Fear” rappresenta la celebrazione del più classico black metal. Un old school che presenta batteria ossuta, la quale emerge dall’impasto delle chitarre. I riff sono possenti e spesso solenni alla maniera dei Darkthrone quando una volta rallentavano, come in “The Watcher’s Departure” per esempio. La velocità vede i piemontesi guardare alla tradizione norvegese, al black della prima ora insomma e il risultato è quello di un altare innalzato al genere e dove le melodie a volte rievocano esilmente i Bathory. Un senso di claustrofobia, oscurità, malessere, riveste i sette pezzi. “Alkahest” apre l’album nel migliore dei modi: voce, batteria e chitarre lanciatissime, variazioni centellinate, e una presa sull’ascoltatore efficace. Poco più di quattro minuti la canzone, a dispetto degli oltre sei delle altre, mentre la conclusiva “Siege the Solar Towers” arriva a dieci, attraverso tempi veloci e medi, in un’alternanza oscura e lancinante. “Altar of Fear” è un disco ‘true’, ‘raw’, insomma un vero album black metal.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10