(Caroline Records/Universal Music) Dopo quattro anni torna la premiata ditta Lindemann/Tägtgren con il progetto che prende il nome dal primo. Un progetto che ha unito due figure chiave degli ultimi vent’anni di metal. Da un lato il carismatico cantante di un gruppo che ormai ha assunto le sembianze di un fenomeno, dall’altro un talentuoso produttore e membro principale degli Hypocrisy e dei Pain. Ma per capire i Lindemann bisogna alla fin fine usare l’aritmetica: Rammstein + Pain = Lindemann. Semplice come solo un’operazione algebrica può esserlo. Questo è alla fine il progetto qui presente, l’esatta summa di quello che i due gruppi di provenienza rappresentano. Le linee vocali sono esattamente quelle del gruppo tedesco, mentre le ritmiche somigliano decisamente ai Pain più ruvidi. Il secondo disco del progetto riprende quanto fatto dal precedente, anche se qui non si può più contare sull’effetto sorpresa che la prima opera poteva avere. Ecco allora una serie cospicua di tracce, ma da “Steh Auf” a “Wer weiß das schon” si ha la medesima struttura canzone, una versione acida dei Rammstein, o se preferite una versione tedesca dei Pain, in realtà cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia. Un album ordinario, fatto per divagare dai progetti principali e che da esattamente e solamente ciò che ci si aspetta da i fans di entrambe le correnti. Ibridi.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7,5/10