(Autoproduzione) Vista la sotterraneità del progetto, questa volta voglio fare uno strappo alla regola e confessarvi che l’ugola malsana dietro a questo progetto è quella, irriconoscibile, del cantante e mastermind dei Nocturnal Depression. Ma qui finiscono categoricamente le somiglianze col gruppo appena citato. Qui infatti si parla di Death/Black (ormai la distinzione tra i due generi è sempre meno marcata) ma dai tratti decisamente peculiari. Se da un lato infatti troverete tracce veloci e grezze, con una strizzata d’occhio al Black ‘N’ Roll e al Thrash, dall’altro lato ritroveremo in alcune tracce dei tempi decisamente più doomeggianti e dal sapore molto più riflessivo. A dire il vero questo disco è molto meno scontato e facile di quello che immaginavo. Vuoi infatti per il genere proposto o anche solo per la divertentissima copertina, mi aspettavo dei musicisti pronti a giocare con i cliché tipici della musica estrema proposta; invece mi ritrovo tra le mani un album tremendamente serio e ben composto, senza punti deboli, fresco e classico allo stesso tempo e, cosa fondamentale, nessuna traccia usata come riempitivo, nemmeno l’azzeccata cover dei Celtic Frost alla fine del disco. Un’opera suonata e composta con cuore e testa… Dio solo sa quante altre anime vorrà mostrarci in futuro Lord Lokhraed. Approvati.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8,5/10
(Pagina facebook della band: qui)