(Despotz Records) Primo album da solista per Liv Sin, cantante svedese che dal 2002 al 2015 ha militato negli hard rockers Sister Sin. Dopo lo scioglimento di questi ultimi, Liv ha messo in piedi questa nuova band, dove continua il percorso intrapreso con i Sister Sin, ma presentando sonorità più heavy e quadrate, con alcune sonorità che richiamano il metal teutonico degli Accept. Non a caso, in consolle troviamo Stefan Kaufmann, che produce l’album insieme al bassista di U.D.O. Fitty Wienhold. “The Fall” apre il disco nel migliore dei modi: riffing arrembante, veloce e potente, una sezione ritmica robusta e precisa, assoli brevi e taglienti ed un’interpretazione vocale sporca e rabbiosa. “Black Souls” parte con un lugubre arpeggio, che lascia presto il posto a partiture heavy e veloci che richiamano i Running Wild, prima di rallentare in un mid tempo pesantissimo. “Killing Ourselves to live”, dopo un’ingannevole intro melodica e hard rock, aumenta considerevolmente la velocità, con ritmiche di matrice thrash che si stemperano nel ritornello estremamente orecchiabile. La conclusiva “The Beast Inside” riassume un po’ tutte le caratteristiche di questo disco: arpeggi acustici in apertura che accompagnano il cantato pulito e melodico di Liv, che si fa molto più aggressivo quando il pezzo decolla con riffs incalzanti e robusti, anche se non velocissimi. Un album di spessore, che segna la rinascita di un’artista dopo lo scioglimento della band precedente che aveva guidato per tredici anni.
(Matteo Piotto) Voto: 7,5/10