(Coroner Records) Living Corpse è una realtà del metalcore italiano, la quale nel tempo ha fatto passi in avanti sempre più rapidi. Il nuovo “And Everything Slips Away” ha visto sedersi dietro al mixer una personalità di spicco come Ettore Rigotti (Disarmonia Mundi), ovvero una persona che potesse dare qualcosa in più al sound. Idea ottima, l’album non ha sbavature e il sound è esposto magnificamente. La prerogativa di questo nuovo lavoro è l’evoluzione alla quale i Living Corpse sono incappati, tentando di assottigliare l’elemento metalcore. In realtà non è scomparso, ma c’è una maggiore presenza di metal, di spunti che guardano a qualcosa di più pesante, più melodic death. L’iniziale “Human Conception” è azzeccata, è la canzone con la quale cominciare e prendere per mano l’ascoltatore. Tanto groove, breakdown, un coretto accattivante, un cantato disperato. “Smile to the Victory” ripropone il retaggio metalcore con il blando uso di elettronica e i riff cadenzati e questo uso inizia a crescere brano dopo brano. L’iniziale ottima impressione avuta con l’opener, passa dunque a tramutarsi nel sospetto che l’indole dei Living Corpse non sia poi cambiata nella sostanza. Fa il suo buon effetto “Across the Sea of Desperartion”, brano sensibilmente imbastardito da melodia, cadenze furiose e pathos. “How the Hell Are You Gonna Pay Your Dues” risolleva il grado di cattiveria, riportando del melodic death nei canoni della musica suonata. Un atteggiamento mostruoso, devastante è presente anche in “Forgetting”. La dominante melodica è ben diffusa e i Living Corpse conficcano delle stilettate sparse in giro, tuttavia trascinandosi qualche retaggio dei Bring Me The Horizon, oltre alla parsimonia di recidere le proprie radici. Questo è quanto si scopre dietro la coltre di perfezione sparsa dal Rigotti. C’è una band che sta maturando, non ancora avulsa da un passato acerbo. “And Everything Slips Away” è un buon album, ma non è il salto di qualità definitivo.
(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10