(Karisma Records) Sesto album per i norvegesi Ljungblut, il progetto che iniziò oltre dieci anni fa per mano di Kim Ljung (Seigmen, Zeromancer), un progetto solista che dopo di tre dischi in inglese si è evoluto a band composta da cinque elementi, arrivando a questo “Villa Carlotta 5959” il quale chiude una trilogia di dischi in lingua madre. Rock malinconico, ricco di synth e con una atmosfera dark wave fantastica, la quale appare evidente fin dal primo brano del disco, ovvero “Hasselblad” (che parla delle fotocamere lasciate sulla luna), un brano che nella prima parte offre ampio spazio alla seducente voce di Kim, per poi abbandonarsi ad uno strumentale ambientale spaziale, una visione dark wave di quello che sarebbero capaci di fare gli Hawkwind. Struggente e lenta “Himmelen som vet“, ipnotica e pulsante “Diamant”, intensa e bellissima “Oktober”. Autobiografiche “Min Krig” (‘la mia guerra’) e “Aldri helt stille” (‘mai abbastanza tranquillo’). Suggestiva “Ohnesorg”, lenta e depressa “Superga”, canzone dedicata al colle ubicato a nord-est di Torino, dove sorge la basilica e dove si schiantò l’aereo con l’intera squadra del Torino nel ’49. Con ospiti interessanti tra i quali Erik Ljunggren (già musicista live degli A-ha), i Ljungblut danno vita ad un album malinconico ed oscuro; un album eccitante e provocante, con una ampia varietà di dinamiche; un album che alimenta una dimensione caratterizzata da una malinconia erotica, ricca di concetti melodici seducenti in grado di esaltare i sentimenti più vivi e passionali.
(Luca Zakk) Voto: 8/10