(Reigning Phoenix Music) Ormai chiunque sa cosa aspettarsi da un nuovo album dei Lordi e “Limited Deadition” è il diciannovesimo dei finlandesi. Sgrassando la patina di spettacolo, i vestiti, un certo modo di fare testi e titoli quanto l’iconografia da horror rock di Mr. Lordi e soci, la band è ben calibrata in un hard rock con sfumature retrò. Qualcosa che in Scandinavia ha preso piede già da anni e a qualcuno inizia pure a stufare questa corrente di stile. I Lordi però non sono la convenzionalità, spesso si sono spinti in territori diversi dal loro solito e questo ha pure causato una controproducente inflazione della loro musica, cioè hanno pubblicato troppo e forse cose non all’altezza. “Limited Deadition” è un lavoro patinato, efficace nei suoni e con arrangiamenti superlativi. Le canzoni, in definitiva tutte uguali in forma e struttura, si masticano e si ingoiano con tranquillità. Superfluo una descrizione delle stesse, le quali includono il solito gruppetto di brani con ritornelli efficaci e ruffiani all’ennesima potenza, su tutti si pensa alla title track. Nonché tenaci e hard & heavy, “Syntax Terror” o “Retropolis”, oppure canzoni totalmente immediate come la suadente e catchy “Skelephant In The Room”, capofila di un modo di porsi lontanissimo dal metal e decisamente incline al pop. Non manca ovviamente la ballad, “Collectable”. Si distingue “Fangoria” per un suo horror rock più incisivo rispetto al resto dei brani. I Lordi scrivono e registrano canzoni ottime per l’uso e consumo immediato e questo sospetto si concretizza grazie ai ritornelli: alla fine sembrano somigliarsi proprio tutti! “Hellizabeth”, quante altre canzoni hanno quel crescendo che esplode in quel ritornello, carino e da cantare a squarciagola? Non da meno certe melodie o scale melodiche già udite a più riprese. Questo fa pensare che siano costruite a tavolino, identificandole come delle composizioni con meno sostanza strutturale. Ciò non troglie che strutture e sostanza, stile o modo di concepire, i Lordi una volta inseriti nel proprio impianto d’ascolto, sono letteralmente un appuntamento con un cantare a squarciagola.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10