(Atomic Fire Records) Solo dal 2020 ad oggi i Lordi hanno pubblicato nove album, sette dei quali sono un ideale viaggio nel tempo. Bisognerebbe riflettere su questa politica, perché è un di dato di fatto che la band finlandese è ciarliera di creatività, ma di quale livello? “Screem Writers Guild” segna l’arrivo del nuovo e abile chitarrista Kone. L’album si staziona evidentemente su tematiche horror da vecchi cult, nonché un’atmosfera vagamente alla “The Rocky Horror Picture Show” e in qualche melodia alla “Il Fantasma del Palcoscenico”. Cari mostriciattoli devoti al culto di Lordi, i finlandesi capitanati proprio da Mr. Lordi sono ben saldi, ben curati e tengono alto il proprio brand. Perché band del genere sono tali, come i Ghost! Francamente, iniziamo a tenere fuori il brand e pensiamo alla musica, da questo album non c’è molto da aspettarsi. Sono 14 canzoni che portano la durata a oltre 55’. Ci sono dei pezzi, molti, che preparano bene l’ascoltatore a quei ritornelli spesso riusciti, in alcuni casi un po’ scontati, a volte però già sentiti negli album dei Lordi o in quelli dei loro ispiratori. Le canzoni di “Screem Writers Guild” hanno quelle tastiere tra Van Halen e l’AOR, insomma anni ’80, rock-pop di quell’era. Il concetto di strofa-ritornello-strofa è imperante. L’affresco, il ricamo, l’abito cucito su misura è ovviamente un misto tra hard rock e horror rock che tende a creare un’atmosfera ombrosa, gotica. Un paio di ascolti e i Lordi incidono nella mente le loro ‘spaventose’ litanie, lasciandosi assorbire come acqua fresca. Facile innamorarsi di certe canzoni, ancora più semplice sarà col tempo il ricordarsi di solo qualche ritornello irresistibile che un’intera canzone. Se dal 2020 ad oggi, cioè da dopo “Sexorcism” del 2018, i Lordi avessero messo in piedi un album con i migliori pezzi scritti tra questi, ne veniva fuori uno solo ma da urlo. Invece no, hanno fatto il contrario.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10