(Deadlight Entertainment) Linee di basso che si snodano attraverso questi tre quarti d’ora grezzi, pesanti, ruvidi. Linee di basso che supportano una chitarra sporca, essenziale, feroce, con una voce che si pone in equilibrio tra un timbro melodico ed un tono rauco, tirato, graffiante. Sono francesi, di Strasburgo. Immagine zero, potenza totale. Il loro stoner rock è cupo, pesante, ma sempre arricchito da una costante presenza melodica che rende i pezzi molto diversi dagli standard del genere. Non a caso vantano nella line up anche una tastiera la quale crea atmosfere interessanti, mai dominanti, che garantiscono presenza ed un feeling di freschezza sonora decisamente gradevole. Con un tono quasi malinconico, oscuro, i riff proposti sono maestosi. Pezzi come “Lucky Man”, la criptica “Z” e la pesante “Santa Muerte” offrono esempi ritmici di assoluto impatto. Irresistibile il dinamismo di “God Father”, con le sue idee melodiche diluite in teorie taglienti, grezze, sporche. Tra le meglio riuscite sicuramente “Mojo”, con quel riff travolgente e quella ritmica che rappresenta un autentico assalto frontale. Idee ispirate all’hard rock sulla bellissima “Kraken”, mentre un deciso spirito di innovazione sonora viene iniettato nella conclusiva “Journery”. Un album molto godibile, diverso dal solito. Ironico, con i suoi testi basati su concetti occulti che parlano di fantasmi, zombie, shamanismo, voodoo, sempre con lo stesso denominatore comune, la morte, espressa in forma ironica, accertandosi che nessuno prenda troppo sul serio queste idee. Idee che su “Arcane” risultano veramente fresche, in quanto è impossibile classificare questo lavoro fuori dallo stoner, ma è altrettanto impossibile etichettarlo come normale ed ovvia produzione dentro questo ambito.
(Luca Zakk) Voto: 7,5/10