(earMUSIC) I Loudness sono una leggenda. Attirano un pubblico tra heavy metal e hard rock, sanno essere tecnici, melodici, veloci, potenti. Ed intramontabili. Il signor Akira Takasaki continua a sfoderare riff micidiali, assoli avvincenti, con un playing cattivo, ricco di armoniche e. dal 1981 -ovvero ben 37 anni fa- non ha mai mollato, mai smesso, mai perso un colpo… arrivando alcuni anni fa a riunire la line up storica e continuare registrando album dopo album, facendo concerti in tutto il mondo. Nemmeno la morte di Munetaka Higuchi ha fermato questo uragano del sol levante, tanto che la band sembra aver ricevuto una iniezione di energia da quando Masayuki Suzuki si è seduto lì dietro, picchiando come un forsennato. Tranne Suzuki, il zoccolo duro della band è decisamente in corsa per il sessantesimo compleanno, ma la loro professionalità, costanza e resa sonora sono tutt’oggi un esempio da seguire alla lettera, senza far domande o avere dubbi. “Rise To Glory” è potenza, è tecnica, è energia giovane, è metallo vero, bollente, puro, fedele alle origini ma dotato dell’energia sonica del mondo moderno. L’intro strumentale “8118” sfiora il progressivo, dettaglio ricorrente in tutto l’album, nonostante la potenza o velocità inaudita di alcuni brani. “Soul on Fire” è melodica ma anche travolgente, con Minoru Niihara che offre una performance che ormai è un marchio di fabbrica, grazie alla sua voce spinta con violenza verso acuti rauchi e graffianti. Ed intanto, puntuale come la morte, Akira non delude minimamente al capitolo assolo. “I’m Still Alive” e “Massive Tornado” non sono solo heavy metal, sono vagano piuttosto dalle parti dello speed metal, con un sapore thrash ed ancora una volta una dimostrazione di tecnica impressionante, con arrangiamenti esplosivi specialmente nei paraggi delle pelli. L’heavy metal puro, pulsante, incalzante si materializza con la poderosa “Go For Broke”, uno dei brani più catchy del disco, un brano dove anche Masayoshi Yamashita fa sentire come si suonano quelle quattro corde. Gloriosa, nostalgica, lenta ma pesantissima la fantastica “Until I See The Light”, ricca di groove la ballad “The Voice” nella quale ogni strumento -voce compresa- è esaltato e… esaltante! Stupefacente l’altro strumentale “Kama Sutra”: battute o significato del titolo a parte, questi quasi tre minuti e mezzo sono erotismo musicale, con linee di basso che fanno venire la pelle d’oca. Heavy e melodica, sempre al confine con lo speed, la title track, molto vicina ad un epico power metal “Why And For Whom”. Immensa “Rain”, un brano sensuale, bluesy, provocante ed irresistibilmente caldo, prima del conclusivo inno “Let’s All Rock”, un brano stimolante, con pulsazioni rock’n’roll e potenza maledettamente heavy metal. Più di un’ora di musica da parte di questi signori tutt’altro che nel fiore degli anni. Il tutto accompagnato da un intero bonus CD contenente “Samsara Flight”, compliation con la ri-registrazione di tredici classici dei primi anni, uscito solo in Giappone due anni fa ed ora offerto a livello mondiale. “Rise To Glory” è un titolo significativo ed impegnativo. Una dichiarazione di intenti che viene rispettata in maniera maniacale. Un album fenomenale. Il sol levante, dopotutto, non può tramontare per definizione. E può solo brillare di una luce abbagliante, calda, intensa e vitale.
(Luca Zakk) Voto: 10/10