(Invictus Productions) La formazione olandese Lucifericon giunge al secondo album quattro anni dopo il primo, “Al-Khem-Me), nonostante in redazione siano arrivati in precedenza solo i due primi EP, QUI recensiti. Lucifericon sono spesso menzionati come un death metal band ma almeno per “The Warlock of Da’ath”, la band spinge il Death verso terreni ben più oscuri e tendenti all’estremo e forse lo stile degli olandesi è ben più vicino al blackened death metal. Le loro atmosfere che avvolgono i pezzi sono causate da un riffing fragoroso e oscuro, alimentati poi da un basso opulento e il tutto sospinto da un drumming robusto e arcigno. La band macina terreno in maniera infaticabile e oltre a tingere atmosfere di un colore scuro, gioca anche su rallentamenti o repentini up-tempo che caratterizzano i suoi pezzi. Rallentamenti e accelerazioni possono volere dire che ci sono lampi di doom nel primo caso e neo-black metal nel secondo. Gli assoli delle chitarre sono certamente di estrazione death metal, purtroppo però sono pochi, pochissimi. Ritornando alle atmosfere, in “The Warlock of Da’ath” si riscontrano ambientazioni non lontane dai Morbid Angel, mentre quelle che avvolgono le parti più rovinose e dunque veloci riportano alla mente i registri sonori dei Watain. I Lucifericon dimostrano un suonare ampio in fatto di stile e soprattutto frutto di un’altalenante avvicendamenti di umori e toni che gravano attorno all’udito dell’ascoltatore come l’aleggiare di un’entità diabolica.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10