(Grimm Distribution) Allora, quando si parla di black sotterraneo è molto difficile parlare di recensione propriamente detta. Si perché di tutti i sottogeneri del metal, forse questo è quello più legato alle sensazioni suscitate piuttosto che alla qualità sonora in senso stretto. A me ad esempio la prima traccia di questo album ha ricordato con nostalgia i tempi in cui cercavo angoli sperduti del territorio italiano per andare a visitare il più vetusto negozio di cd, magari con un piccoli angoli metal al proprio interno e via a spulciare per trovare qualche chicca impolverata ferma lì da tempo indefinibile. Chiedo venia quindi se non darò voto a questa release, semplicemente descriverò il lavoro, ma nulla più. Il disco in se ha una doppia anima, due filoni ben distinti che però si mischiano nel cd grazie ad una alternanza di tracce dei due tipi. La canzone di apertura infatti è una classica intro di black ambient, non particolarmente riferita ad altri gruppi, quindi piuttosto inedita nelle sonorità, tanto da destare comunque l’interesse dell’ascoltatore. Segue poi una traccia completamente diversa, un black rabbioso e nero, urlato e straziato come solo l’underground sa essere. Altra traccia pesante ma non cantata, poi ancora un pezzo ambient. L’opera continua su questa falsariga senza cali di tensione e dando la giusta motivazione all’ascoltatore ad arrivare al pezzo successivo. La registrazione? La qualità dell’esecuzione? Puri orpelli. Qui, ripeto, si parla di sensazioni; e le mie non sono state che positive.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: s.v.