(Massacre Records) Ascolto con piacere questo album. Un ottimo black metal di stampo moderno, sicuramente non grezzo, ma nemmeno prettamente sinfonico, uno stile che probabilmente si colloca a metà strada tra il death ed il black. E’ un album piacevole ,godibile, tecnico e potente. Il loro sound mi ricorda molto i Dimmu Borgir senza le tastiere, visto che questo quartetto Polacco se ne serve occasionalmente, e sicuramente mai in forma dominante come i colleghi Norvegesi. Tuttavia, dopo vari ascolti non riesco a distinguere bene i pezzi. Non trovo momenti particolarmente esaltanti, o qualcosa che emerga distintamente. La cosa assurda è data dal fatto che il disco è tecnicamente perfetto: è ben registrato, ben curato, suonato in maniera eccellente, cantato in maniera efficace. E’ tutto dannatamente perfetto. Pure le sensazioni trasmesse sono assolutamente in linea con il concept dell’album, il quale parla di comportamenti umani anormali causati dai psicofarmaci. Una sorta di viaggio nella pazzia, nella schizofrenia, nella deviazione mentale perfettamente descritto dalla brutalità delle nove canzoni che arrivano a spingersi fino alle soglie dei territori metal-core, come testimonia “Martyrium”. Trovo molto interessanti “Abnormal Pain” e “Fleshless”, le uniche due tracce veramente ricche di quel velo emozionale che riesce ad essere trasmesso. Per il resto, nonostante il piacere dell’ascolto, mi rendo conto che il disco soffre di monotonia, gli manca quella componente letale che lo renderebbe distinguibile, identificativo. Manca una componente di originalità, che tolga quella sensazione di “già sentito”. E’ un vero peccato in quanto la band è estremamente valida, e vanta una tecnica non trascurabile. Probabilmente una di quelle band che rende moltissimo dal vivo, in quanto il repertorio è sicuramente d’impatto. Il problema è che senza la componente visuale, senza lo spettacolo, questi quaranta minuti di musica rischiano di passare un po’ inosservati.
(Luca Zakk) Voto: 5/10