(Cruz Del Sur Music) Finalmente il terzo album per gli eccentrici e geniali tedeschi Lunar Shadow, il terzo con la medesima label. C’è magia nel loro heavy rock, nel loro atteggiamento sonoro post/indie il quale incrocia sentori dark wave ad heavy metal classico, senza scordare radici derivanti dal black. Il loro sound, il loro song writing è un po’ il punto di convergenza tra l’eclettico stile di bands quali i Lake of Tears, da un lato, e Tribulation, dall’altro… passando per gli Amorphis di vecchia data. “Wish To Leave” apre con la travolgente ritmica e la fiammante melodia di “Serpents Die”, un brano tanto oscuro quanto brillante, con vocals tra il goth ed il metal; c’è sentore elettronico, ci sono linee di basso granitiche, c’è teatralità, c’è coinvolgimento, un brano che trasporta con impeto e forza. Più drammatica e pungente “Delomelanicon” canzone nella quale si sentono certi spunti ancora legati al black, ma con vocals acute, graffianti e scenografiche… tanto che mi è impossibile non pensare al clean di Pasi Koskinen -sensazione che non mi abbandona durante tutto l’album- mentre quel tappeto ritmico scandito da un basso micidiale offre uno spazio tanto immenso quanto meritato alla stupenda chitarra. Brillante e ricca di rock “I Will Lose You”, un rock che nei paraggi degli assoli si scatena strizzando l’occhio allo shred. Quella incalzante teatralità è più apparente sulla seducente “To Dusk and I Love You”, un brano un po’ ballad, un po’ dark, ancora con un basso favoloso ed il vocalist che riesce a spingersi all’estremo, innalzando ancor di più il poderoso livello del brano. C’è una radice Maideniana sul riff di “And Silence Screamed” e ci sono quelle diavolerie melodiche dei Tribulation, per un brano ricco di rock, ricco di speranza sferzata da una sottile e corposa malinconia. L’album chiude con la lunga “The Darkness Between The Stars”, la quale riassume completamente i Lunar Shadow: ritmiche sensuali, accelerazioni quasi estreme, giochi di chitarra tra il blues ed il metal classico, ricercatezze progressive, arpeggi struggenti, lacerazioni sanguinanti in sile death e black, un susseguirsi di sorprese che scivola con magnetismo verso un finale ricco di un irresistibile senso di mestizia. Il mastermind Max Birbaum si conferma una chitarrista fantastico, oltre che un compositore ricco di creatività; con lui Robert Röttig, vocalist dal precedente album (recensione qui), si rivela una scelta assolutamente grandiosa, mentre nei paraggi delle ritmiche, il bassista Sven Hamacher riesce a farmi impazzire, con Kay Hamacher (chitarra ritmica) e Jörn Zehner (batteria) capaci di dare vita a quelle fantasie perverse che Birbaum -con loro- riesce a trasformare in musica. Con un master firmato da V. Santura (Dark Fortress) i Lunar Shadow hanno completato la loro metamorfosi la quale si distanzia -anche se non completamente- da un passato sonoro più pesante; “Wish To Leave”, dal titolo emblematico, è un album incantevole: sei brani che ti prendono per mano, ti accompagnano, ti raccontano storie affascinanti, attirando la tua attenzione… tanto che alla fine, dopo qualche istante di sublime torpore, ti risvegli da quel bellissimo stato catatonico dentro il quale desideri ritornare, verso quella una suggestiva ipnosi che è in grado di condurti molto lontano.

(Luca Zakk) Voto: 9/10