(AFM Records) Ho trattato malissimo (QUI) il precente disco dei Lyriel, “Leverage”: non ho cambiato idea sul caso specifico, ma trovo che la formazione heavy/gothic tedesca abbia ottimamente corretto il tiro. Le composizioni di questo nuovo “Skin and Bones”, il loro quinto album, sono infatti fresche e accattivanti: siamo sempre in presenza di un metal (a volte rock) easy listening e dall’appeal commerciale, ben lontano dal target di molti dei nostri lettori e che anzi si fa sempre più patinato… ma stavolta è fatto decisamente bene! Vediamo allora i pezzi più significativi. Il valore aggiunto di “Numbers”, che altrimenti sarebbe un ‘semplice’ gothic/symphonic metal sulla scia di Xandria o Delain (forse addirittura più leggero e radiofonico), è certamente costituito dal violino di Linda Laukamp, che conferisce al tutto un accattivante tono folk. Deliziosamente più aggressiva, con tocchi teatrali nel cantato, la titletrack; “Black White” è presente in due versioni, una duettata con un potente Christian Älvestam (ex-Scar Simmetry, per chi non lo sapesse). È ancora il violino a rendere accattivante la power ballad “Days had just begun”, adulatrice quanto basta per convincere e a tratti addirittura emozionare. Con “Dust to Dust” siamo quasi a ritmi ballabili irlandesi; tutto l’opposto “Astray”, affidata soltanto a voce e violoncello. Di nuovo c’è più verve in “Running in our Blood”, con un altro refrain semplice ma indovinato; si torna poi a toni malinconici e sognanti con la conclusiva “Dream within a Dream”, un pezzo soft, da ascoltare a luci soffuse (almeno fino al finale elettrico). In un genere ben poco amato dai defenders, comunque una prova che va oggettivamente considerata di spessore.
(René Urkus) Voto: 7,5/10