(Atomic Stuff/logic(il)logic) Un essere deforme. Ammasso di cellule i cui geni provengono da svariati genitori, da diverse razze, da una reazione radioattiva che porta alla mutazione, alla creazione di una nuova specie. Una specie dotata di una forza immensa, una energia micidiale, ed una intelligenza elevatissima. Intelligenza che governa la forza, intelligenza che materializza, crea, forgia un suono, un suono diverso, totale, completo. I modenesi Motorfingers, dop varie esperienze live, finalmente, uniscono le forze ed arrivano a scrivere un album. Un gran album. Le nove tracce sprigionano energia e forza, grazie alla performance dei cinque musicisti e ad un’ottima produzione. Si tratta di un rock molto aggressivo e trasversale, tanto che sicuramente accontenta un vasto range di pubblico. Un rock che spazia da Poisonblack a Nickelback, da Velvet Revolver all’hard rock classico. Ogni canzone ha una struttura ben definita ed intelligente. Ogni canzone ha potenza da vendere, ed un velo di malinconia che la rende unica. “Bastards and Saints” distrugge tutto ciò che incontra, e rappresenta una specie di overdose di caffeina, preparando per quanto segue. Clay alla voce spacca, canta alla grande, con una performance molto completa, sempre ad alta tensione. Nox e Alex supportano con una sessione ritmica devastante, lasciando liberi i chitarristi Max e Spy di dare il meglio, di offrire vero hard rock. “Dust Over Stone” è di quelle da gridare in concerto, un inno, un cavallo di battaglia. “In My Dream” spacca, e offre delle idee veramente interessanti. Stupenda la power ballad “Mad Crime”. Avvolgente, struggente, con tutti gli strumenti che fanno sentire l’emozione. Bellissimo l’assolo e stupenda la linea di basso che lo supporta. Anche la seguente “My Soul” è una fonte di emozioni molto intense. Riescono davvero a trasmetterle questi ragazzi: per fortuna hanno smesso di perder tempo con stupide cover, in quanto hanno molto da esprimere, molto da dire loro stessi, senza prendere in prestito musiche e parole altrui! “Fallen Brother” è quasi un grido di rabbia e di malinconia, mentre “Out Of Control” devasta tutto, offrendo un ritornello di quelli che scolpiscono in testa, solco di un vinile su materia cerebrale. La finale “Here I Am” è un pezzo molto intelligente, complesso, perfetto sotto tutti gli aspetti. Sono i Motorfingers, e fanno rock molto potente. Un rock un po’ americano, un po’ europeo. Sicuramente italiano dal punto di vista dell’inventiva e della genialità. La loro distorsione è potente. I loro riff pure. I loro testi non sono da meno. Un’altra affermazione made in Italy. Comincio a credere che il vero hard rock, in questo secolo, non proviene da Los Angeles, ma da questa antica penisola.
(Luca Zakk) Voto: 7,5/10