(Massacre/Audioglobe) Quando ancora esistevano il comunismo e il Muro di Berlino, i Macbeth si imposero come una delle prime formazioni heavy metal della DDR; dopo un torrenziale concerto che – pare – turbò oltremodo i fan presenti e l’ordine pubblico, fu addirittura loro imposto di sciogliersi, e il suicidio di ben due membri originari della band ha interrotto più volte, e in modo decisamente drammatico, il corso della loro carriera. In questi anni duemila meno politicizzati e più tolleranti i tedeschi possono finalmente esprimersi e giungono adesso, con questo “Widergänger”, al loro terzo disco: heavy/thrash arcigno e serrato, con il cantato in lingua madre a gettare altre asperità sui brani. Qui ci occupiamo dell’edizione digipack, limitata a 1000 copie numerate, che contiene ben quattro brani in più: la normal edition si ferma a “Das Kreuz”. Al di là dell’intro orientale, “Kamikaze” è soprattutto rabbia che fluisce liberamente. “Fritz H.” e “Fleisch” hanno invece, direi inevitabilmente, un piglio Rammstein (anche i Macbeth provengono da Erfurt, patria della celeberrima formazione appena citata). La storia dei naufraghi cannibali di “Stück für Stück” (“Pezzo a pezzo”) mette una certa apprensione, mentre è pressante e irritata la titletrack. La trilogia sulla battaglia di Stalingrado rende bene il clima di follia e devastante crudeltà di quell’inverno del 1943; “Höllenfeuer”, quasi in chiusura, è invece il brano più classico della scaletta. Un disco senza compromessi che genera ansia e odio per ogni forma di vita: niente di meglio da ascoltare quando ce l’avete con il mondo!
(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10