(Transcending Obscurity Records) Un po’ tutto, in questa opera, faceva intuire il contenuto: l’oscura e criptica copertina, i nomi delle tracce, la lunghezza delle stesse… un black metal vecchio stampo di matrice americana vi stapperà le orecchie con una tempesta sonora bella tesa, dove il cantato svolge un ruolo essenziale per l’amalgama finale. Tecnicismo tanto, ma più intuito che mostrato, complice la lunghezza dei brani, anomala ma sino ad un certo punto. La claustrofobia e l’assenza di respiri o pause tipica del genere proposto si sente eccome, con una componente ritmica molto marcata e serrata, con dei riff di chitarra a stretto giro, ma soprattutto con la presenza soffusa e diffusa di qualcosa di malsano che serpeggia tra le note. Insomma, se siete dei nostalgici dell’Angelo Morboso, qui andrete sul sicuro…
(Enrico MEDOACUS) Voto: 7,5/10