(Autoproduzione) Vi presento oggi un disco particolare, che poteva essere un capolavoro assoluto, ma non lo è… proprio per il suo anelito ad esserlo! Gli olandesi Magion sono al secondo full-“length” e ci propongono un power/gothic che porta all’estremo tutte le caratteristiche di questa musica… per farvi capire, è come se fossimo di fronte ai Dragonforce di questo (sotto)genere! Ma – come appunto nei dischi dei Dragonforce – cosa succede a un certo punto? Semplicemente la tensione si spezza, le melodie troppo epiche diventano paradossalmente ostiche, i pezzi si rivelano sovraccarichi e alla fine, assurdamente, il disco stanca. E per farvi capire meglio… “Beloved Enemies” spara subito tutte le cartucce con il suo andamento epico e solenne: le qualità vocali di Myrthe van Beest sono decisamente apprezzabili! Anche “Ever and a Day” ha delle splendide linee vocali, e l’approccio modulato mi ha ricordato quello – diversissimo quanto a genere e atmosfere – della singer greca Hydr Valkyrie. Anche in “Out of Time” trionfa una melodia cinematografica e maestosa, forse addirittura troppo carica; la lunghissima “Break the Silence” si mantiene sulle stesse coordinate e già chi ascolta non ce la fa più, è tutto ‘troppo’, nel minutaggio, nella solennità, negli arrangiamenti barocchi, nel bene e nel male in ogni aspetto insomma! Abbiamo un po’ di respiro con gli inserti estremi di “Body’s Betrayal”, che spezzano un po’ la scaletta, ma l’impressione generale è che i nostri abbiano voluto strafare. Resta un disco comunque buono che, se fosse durato di meno, sarebbe stato fantastico; e che vanta peraltro senza dubbio il miglior artwork che abbia visto quest’anno. Se i Magion vorranno essere un minimo più ‘sobri’, la prossima volta, hanno tutti i numeri per sfondare alla grande!
(Renato de Filippis) Voto: 7/10