(Steamhammer-SPV) Bello. Semplicemente bello. Il nuovo album dei Magnum è così: convince dall’inizio alla fine, praticamente ogni pezzo è un potenziale hit, ogni brano si lascia cantare e godere, quali che siano i suoi tempi e le sue atmosfere. La recensione potrebbe già concludersi qui, ma nel caso aveste ancora bisogno di prove vediamo le canzoni più significative. “All the Dreamers” è un inizio atipico: lenta, lunga, complessa, a tratti estremamente ‘seria’, a dimostrare ovviamente che i nostri non sono quattro ragazzini che fanno casino, ma musicisti di classe con profonda esperienza. Il primo killer refrain lo abbiamo in ogni caso nella successiva “Blood red Laughter”. Teatrale, vagamente alla Queen “Didn’t like you anyway”, mentre è malinconica ma allo stesso tempo aperta alla speranza la power ballad “So let it rain”, scelta come primo singolo. Chi legge si renderà perfettamente conto (e siamo solo a metà scaletta) di quanto il disco sia vario e intrigante pur nel totale rispetto delle regole del genere. Il giro illuminato di “Shadow Town” sembrerà a tutti di conoscerlo da sempre, mentre l’unico brano sottotono è forse la ballad “Putting Things in place”. Ci avviamo così verso la fine con la pesante “See how they fall” e la magnifica “From within”, brano perfetto nella vostra auto al tramonto, mentre correte su una strada che si snoda a due passi dal mare. Chiunque ami l’hard rock non può non fare suo questo disco! Disponibile in cd, limited-edition con disco bonus di tracce live e acustiche, nonché doppio vinile colorato arancione.
(Renato de Filippis) Voto: 8/10