(Black Widow Records) Un album astrusamente fuori da ogni contesto perché il contesto è lui stesso! “T.R.E.S.” è un titolo che già è rintracciabile nel precedente album della band genovese nonché derivato addirittura dal romanzo “Il Pendolo Di Foucault” di Umberto Eco, oltre a essere un riferimento al numero 3 e a tutti i suoi significati escatologici. Questo è dunque il terzo album della band che era pronto molti anni fa ma non ha mai visto il suo definitivo completamento. Dopo venticinque anni il rituale è compiuto, rivedendo il materiale rimasto nel cassetto. Unendo la copertina e i testi alla somma e definitiva musica dei Malombra, si arriva a qualcosa dal significato vasto e anche dispersivo. Da riferimenti alla classicità e all’esoterismo, quanto a simbologie gnostiche, “T.R.E.S.” è un astruso ma fluente ed affascinante flusso di gothic, doom, prog e hard rock/metal. T.R.E.S.” più che un album è l’unione di intenti, conoscenza, arte, segni. Chi ha composto questo lavoro dice “Una prassi di sudore e fatica dove ogni nota, ogni passaggio, ogni risoluzione rappresentava un traguardo. Il superamento d’un limite individuale che mai e poi mai, senza la stampella del collettivo, il singolo avrebbe potuto sperare di conseguire». Abbandoniamo ora il discorso concettuale che è carico di significanza e forse anche di aspettative e lievemente ripassiamo a rassegna la musica. Un’ora e precocissimo di più con una produzione degna di nota e una robustezza del suono fatta con un taglio preciso e rispettando i singoli strumenti. I singoli, appunto, emergono nel collettivo che esprime un messaggio sonoro nobile, forbito indebitato con il prog di stampo italiano. “Malombra” si avvicina anche ai Goblin in certi momenti e manifesta un hard rock/occult rock che infonde corposità a fughe sonore eccentriche, come “Cerchio Gaia 666” oppure la spettrale “Baccanalia”. Emerge un decadentismo gothic/doom in giro, mostruosamente evidente in “Fantasmagoria 1914”, oppure termini krautrock come in “La Sola Immanenza”. Un album non semplice perché i testi sono una parte forte, pesante nel tutto, ma un album dove la musica, le parole e i musicisti sono tutti insieme qualcosa. Contateli, sono tre!

(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10