(Rockshots Records) C’è molta carne al fuoco dentro “Rebirth Of Consciousness, debut album dei veneti Manam. Nata nel 2017, la band dimostra già un’ottima padronanza strumentale e compositiva, nonostante qualche piccola ingenuità tipica dei dischi d’esordio. La base di partenza è un death melodico e tecnico alla Opeth (“Blackwater Park” era), attorno al quale confluiscono le più svariate influenze che vanno dal power metal scandinavo ai Trivium. Se questo, ad un primo distratto ascolto potrebbe sembrare un limite dovuto ad una non precisa idea della direzione da prendere, in realtà mette in mostra un’eterogeneità invidiabile soprattutto negli intrecci di chitarra ad opera dell’accoppiata Fabiola Bellomo/Marco Salvador. Quest’ultimo si occupa anche delle parti vocali, unico punto debole della band. Se infatti Marco se la cava piuttosto bene nelle parti pulite, il suo growl risulta invece poco incisivo e forzato, mentre le parti recitate evidenziano difetti di pronuncia, difetto tipico di molte band nostrane che si cimentano con la lingua inglese. La band dimostra però margini di miglioramento molto ampi ed un coraggio notevole, considerando la scelta di cimentarsi con un concept già al debutto. In futuro il progetto sarà ancora più ambizioso, visto che in futuro vorrebbero integrare la musica con parti visuali, mentre più avanti vorrebbero addirittura includere un libro. Le capacità ci sono e la voglia di sfondare non manca. Ne vedremo delle belle.
(Matteo Piotto) Voto: 7,5/10