(Autoproduzione) La band interstellare Mandroïd Of Krypton, proveniente appunto dal pianeta Krypton, li dove le piante hanno preso il potere e condannano gli abitanti a respirare un’atmosfera letale, atterra di nuovo sulla terra, d’abitudine a Ginevra, per presentare una nuova opera di lyrical stellar thrash. È tale il modo in cui la band definisce la propria musica, la quale a sprazzi fa pensare ai Voivod che suonano punk e si prendono licenze alla Dave Allen. Al di là di questo aspetto e del relativo messaggio spaziale, cioè i testi e l’immagine, il trio svizzero rappresenta una fase avanzata del punk, del thrash e pur senza concedersi chissà quale tipo di sperimentazione, sa essere letale e più o meno originale con questo nuovo album che assorbe ogni influenza possibile e rivolta fuori un assalto frenetico, heavy, ben ritmato, cadenzato il più delle volte, ma in ogni caso continuamente eseguito con ritmi cangianti. Bruno Carbonnaz al basso, Gabriel Farine chitarra e voce e Roman Graf batteria e cori, lanciano un messaggio che storpia le coordinate musicali, attraverso atmosfere fosche, uniche, lontane, siderali, a volte tribali, per un spettacolo sonoro che farebbe la sua bella figura come colonna sonora di un b-movie di fantascienza. Krypton è uno scenario improbabile, i testi rasentano una mitologia psichedelica e storie galattiche e non, ma è tuttavia un mondo diverso e lontano la chiave di volta di “HyperkaossMarket”. Protendersi verso l’infinito e con mezzi che lasciati interagire spingono verso orizzonti nuovi. L’album è aggressivo e potente con quelle virate punk, il thrash metal ruvido infarcito di riverberi e distorsioni ultrasoniche che creano un ordine, un sistema coeso. In un certo senso “HyperkaossMarket” è un muro sonoro alquanto solido e forte che argina un’energia che progredisce per più di mezz’ora: un lasso di tempo intergalattico e incommensurabile.
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(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10