(Deathgasm) Per quanto mi possa piacere il “sound da cantina” (come mi è stato detto una volta in redazione) e avere simpatia con le band che hanno sonorità ruvide e underground, questo nuovo lavoro dei Manticore non mi convince più del dovuto. La band di Cleveland è una violenta manifestazione di blackened death metal di natura old style. Il riffing è un miscuglio di infernale e lurido black/death/thrash, senza fronzoli, esposto con distorsioni dozzinali e dense e con una qualità della produzione che se ne frega letteralmente di passare attraverso studi, software e produttori di grido. Si distinguono l’apocalittica “Procession to Possession” che mi ha ricordato gli Immortal di molti anni fa, “Torn Apart by Hate” che è tanto Morbid Angel e la cover dei Venom (in pratica i loro padrini) di “In Nomine Satanas”. Non male anche l’accelerare e frenare di “Abolished Holy Conceit” e la brevissima “Filth Upon Filth”. In “From the Darkness Below” sembrano i Behemoth in versione embrionale, o demo. “Abhorrent Baptism in the Vestal Cavity” e “Denying the Resurrection”sono un death metal dozzinale e molto più di carattere europeo che americano, ma privo di uno spessore degno di nota. La titletrack è il brano nero e la sua atmosfera fa presa, ma quella struttura piacevole è un qualcosa di risaputo. “Behold the Ascension of the Execrated” ha un suo fascino maligno e primitivo, un ascolto perfetto per chi ama sonorità dozzinali, però oltre la metà delle composizioni sono povere o piatte.
(Alberto Vitale) Voto: 6/10