(RNC Music) C’è e sempre ci sarà un legame indissolubile tra i virtuosi della sei corde e la musica di matrice classica. A questo destino non scappa nemmeno il chitarrista e fondatore degli hard rocker italiani Planethard, Marco D’Andrea, il quale aveva già messo in piedi lo scorso anno durante il lock down l’esecuzione dell’inno del nostro paese in chiave rock, con un manipolo di musicisti e cantanti ospiti (tra i tanti Andrea Braido, Giacomo Voli e Tommy Massara), con lo scopo di raccogliere fondi da devolvere Policlinico di Milano. Da quell’idea ben riuscita, Marco ha proseguito il percorso, prima rivisitando con la sola chitarra elettrica “Nessun Dorma” di Giacomo Puccini e poi, prendendoci gusto, interpretando e suonando in stile heavy-virtuoso una serie di brani classici e lirici, andando anche oltre le famose divagazioni soliste di tanti grandi chitarristi della storia del rock e del metal. Ed ecco quindi una originalissima ed esaltante versione di “Và Pensiero” dal “Nabucco” di Giuseppe Verdi o una intima e suggestiva “O Mio Babbino Caro”, di Puccini. Molto ben riuscita e ricca di intensi e Malmsteeniani guitar licks “Al Chiaro di Luna” (Ludwig Van Beethoven). Naturalmente è immancabile “Libiamo”, risulta dannatamente rock questa versione di “La Donna è Mobile”, entrambi lavori di Giuseppe Verdi. Chiude l’album una favolosa versione di “La Ci Darem la Mano” (Mozart), qui con bellissimi giochi tra chitarra acustica ed elettrica. Ovviamente “Opera Rock” contiene anche “Mameli Rock”, la scintilla che ha dato vita a questa interessante idea la quale è un ottimo esempio di come avvalorare il ‘tempo libero’ che l’attuale situazione continua ad obbligarci a reinventare: Marco d’Andrea, sta probabilmente fremendo per tornare su un palcoscenico con i Planethard, ma per un musicista del suo livello “Opera Rock” è decisamente un geniale passatempo ricchissimo di valore artistico.
(Luca Zakk) Voto: 8/10