(Solitude Productions) Secondo album per i Russi Mare Infinitum, che confermano quanto di buono mostrato con il debutto “Sea Of Infinity”, migliorando ulteriormente la loro proposta. Il death/doom che ha caratterizzato l’esordio viene qui arricchito da una componente epica ed evocativa, grazie all’entrata in formazione del singer Ivan Guskov, dotato di una timbrica potente e pulita, che permette al gruppo di sfruttare al meglio le melodie create in contrapposizione con il riffing monolitico e sulfureo dei brani. Il limite principale del debutto era, infatti, l’utilizzo eccessivo del growling del pur ottimo Andrei Karpuhin, che se da un lato conferiva ai pezzi una certa pesantezza e brutalità, dall’altro rendeva le composizioni un po’ troppo piatte e stantie. L’entrata nella line up di Guskov permette alla band di alternare gli stili di canto, rendendo le canzoni decisamente più variegate, senza per questo perdere un grammo della pesantezza che le caratterizza. Ne è un esempio lampante il pezzo “Prosthetic Consciousness”, dove questa alternanza tocca il proprio apice, con le parti in growling supportate da un riffing pesante come un macigno, mentre il ritornello è estremamente melodico ed immediato. Un album che segna una crescita esponenziale rispetto all’esordio, regalandoci cinque brani che, nonostante l’estrema lentezza, non annoiano affatto, grazie a parti cupe ma dinamiche allo stesso tempo.
(Matteo Piotto) Voto: 8/10