(Autoproduzione) Al principio erano i Picea Conica, poi qualcosa è andato storto e a quel punto è stato naturale metterci su una bella lastra di marmo sopra! Si, nascono i Marmo, di nuovo un duo, Fritz alla chitarra e Piras alla batteria e poi un consulente, un collaboratore, un tirapiedi o chissà cosa, Paolo il Faro. Marmo è l’espressione di un qualcosa che somma noise e un solido, acerbo e vagamente lisergico rock-metal. Il demo consta di quattro pezzi rigorosamente strumentali, i quali si ascoltano con facilità, senza avvertire pesantezza. Ogni colpo o progressione della sei corde si protraggono con fluidità e contemporaneamente attraverso un imperioso atto di forza. “Humanity” apre con agilità e un ‘riffare’ della chitarra che sforna un muro sonoro roccioso. Le distorsioni sono piene, i suoni sono veri, gonfi, hanno carattere. “In My Room” denota già un’atmosfera più acida. Il pezzo ha un’andatura del ritmo di stampo tribale, la chitarra reitera una serie di accordi in modo ipnotico e con un groove esacerbato. Sono oltre sette minuti di totale divagazione e quasi senza una vera forma. “The Dark Sheep” presenta un cadenzare della chitarra che sembra singhiozzante. Anche qui l’atmosfera è ipnotica, ma l’ossatura generale è molto robusta. “You” ritorna su lidi neuronali. Atmosfere quiete e poi esplosioni noise con gli effetti che sommergono i suoni. Il demo è qualitativamente buono e la quantità di materiale esposto è copiosa, oltre a ben esprimere le coordinate musicali dei Marmo.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10