(Autoproduzione) La band si contorce in questo sound che mette insieme il melodic death metal e il metal/thrashcore dal quale si pone in evidenza immediatamente il dualismo tra la voce di Sara Rojec e il riffing serrato di Simone Donato e Riccardo Caccialanza. La Rojec ha un timbro vocale assurdo e ringhioso, ho dovuto guardare un video della band per accertarmi che fosse davvero una donna a cantare. Complimenti, sei un demone! Lei si produce anche nei canonici inserti clean vocal nei ritornelli, in modo da rimanere in tema con lo stile musicale. Lo stile di Donato e Caccialanza sembra educato alla scuola di Goteborg e scorre fluido, ma i loro riff procedono spediti nonostante l’aggressività. La batteria di Gabriele Cara segue il passo e sembra comunque un tantino dietro rispetto al muro delle chitarre. “Black Waves vs Red Sky” è stata eseguita insieme a Frez di If I Die Today, mentre “Tortuga” è in cooperazione con Alex Loan ed è tra le canzoni più accattivanti. “Anchors Like Chain” possiede uno sviluppo iniziale rabbioso e molto thrashcore, poi la natura delle chitarre ritorna quello tipico e nel bridge sfoderano una elaborata sinergia. Insomma il brano funziona tra questo suo lato ruvido e passaggi limati e attenti. La quale è comunque la caratteristica principale per la band. Interessante anche ” Sinbad and the Sands of Time” e non solo per la dinamica costruzione del brano, ma anche per la superba prova vocale della Rojec. Gli otto brani sono curati dal produttore Alex Fusini e probabilmente la sua esperienza ha potuto tirare fuori tutto il potenziale possibile dei cinque musicisti. L’impressione è che il sound sia stato costruito per erigere una cortina di potenza, squarciata a tratti da ritornelli molto melodici e in contrasto con l’impianto grezzo del pezzo. Mancano degli assoli importanti e che darebbero una mano alla resa dei pezzi. Insomma i ragazzi sono in sintonia con il genere, ma devono personalizzare qualcosa, altrimenti rischiano di essere ripetitivi.
(Alberto Vitale) voto: 6,5/10