(Century Media Records) Arrivano dal precedente album omonimo del 2019 gli svedesi Mass Worship. Questo secondo album in studio è la prova di una band che è maturata in fretta e senza perdere le proprie caratteristiche espresse già dalla prima ora. Il brano introduttivo “Specular Void”, ha un’andatura quasi di stampo tribale, con le chitarre che tagliano l’atmosfera in maniera affilata, netta e a loro sostegno spuntano dei sintetizzatori che cementificano le atmosfere rendendole ancora più sature di angoscia. Il rullare insistito e a tratti vorticante di Fred Forsberg è il cuore pulsante dell’album, nonostante il senso del ritmo, il dominio delle marce, delle andature, è sottolineato anche dal variare del riffing. Le chitarre possono creare scenari d’atmosfera o appunto scandire andature all’unisono con la batteria. Album dalla grande solidità “Portal Tombs” che non spicca per momenti distintivi, pur manifestando un’aura di pesantezza ed esprimendo trascinante adrenalina per tutta la sua durata. Il ritmo, il riffing lacerante, le atmosfere sature di un’angoscia apocalittica, sono i caratteri fondamentali di “Portal Tombs”. La voce di Claes Nordin ricorda a grandi linee quella di Max Cavalera ed è perfetta per questa dimensione fatta di oscurità, disperazione e deriva mentale. Un suonare, quello dei Mass Worship, che appare come una rilettura di At The Gates, The Haunted forse Entombed A.D. e tutto ciò con qualche soluzione di carattere post metal, unito a un death metal evocativo, d’atmosfera e al contempo feroce.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10