(Cold Raw Rec.) Forse i Massemord vanno oltre “Devil” con “Dux Nobis”. Questo nuovo album ha una forza imponente e dal punto di vista dell’impatto stupisce, grazie ad un black metal concretamente tale. Maestosi, è questo l’aggettivo che meritano i tre militanti del verbo NSBM, esposto attraverso una sorta di concept legato alla Seconda Guerra. Più potenza in assoluto, riff granitici ma anche chiari e ben suonati, il drumming di Aeternus è una corazzata. Poco piacevole la voce di Oleg Volkov, il russo eccede troppo in effetti e aggiustamenti vocali. Insomma, non sembra lui il lato forte nelle canzoni. Gil Barren e Aeternus, i detentori del nome Massemord, sprigionano una divisione sonora senza rivali. “Dux Nobis” suona spietato, ma soprattutto dimostra di avere una densità, una concentrazione di estro black metal fuori dalla media. “1st September 1939” è una sorta di introduzione, lunghissima, maestosa e che galvanizza l’ascoltatore. “Dux Nobis – Vincere e Vinceremo” saluta con una tempesta distruttiva spinta a velocità folli, ma anche calmierata da variazioni con un riff da headbaging, mentre la batteria si scioglie in un gioco ritmico agile. Questi primi otto minuti e mezzo dell’album dichiarano l’impressionante forza ed estro dei Massemord. L’atmosfera carica di tensione si svolge e va avanti senza sosta, come in “Betrayers of the Land”, canzone dalla forza epica sovrumana, ma dall’andatura ben costruita e multiforme. “Heirs of the Great Empire” ripropone lo schema velocità estrema ed epica elettrizzante, contrastate da frammenti di forza pachidermica che segna il passo. Lo scettro della devastazione è assegnato alla conclusiva “Sieg Heil”, otttusa e distruttiva, veloce e sanguinaria. Atto di estremismo puro, venato da melodie di una certa fattura epica. Roba forte, a prescindere dagli argomenti che vi infastidiscano o meno.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10