(Autoproduzione) A chiunque abbia visto il film, la copertina del debut dei Masthar non può che ricordare “Donnie Darko”: ma dato che i francesi suonano stoner, mi sembra che le atmosfere della loro musica siano abbastanza lontane da quelle della pellicola. “Masthar” è un disco breve, che va subito al sodo (dieci brani per circa 35 minuti), ma soffre forse di una certa omogeneità del songwriting. Violenta fino all’essere rabbiosa, ma senza mai dimenticare la melodia, la opener “Be Kate”; molto fine anni ’90 “Trans Worm her”, mentre “Mammoth Tang” presenta qualche scampolo di suono seventies. “Do the Conga” varia un minimo le carte con un break breve ma fumoso, e “Tea Sleep”, forse il pezzo più vivace del disco, indulge a certe sonorità più gommose e di cassetta, nel lontanissimo ricordo dei Kyuss. In generale, i transalpini non demeritano, ma per quanto l’insieme sia ben costruito si fa fatica a ricordare un pezzo piuttosto che un altro. Forse serve soltanto un po’ più di esperienza!
(Renato de Filippis) Voto: 6,5/10