(Black Widow Records) Un’opera estremamente complessa anche se immensamente fruibile. Un’opera stravagante che ipnotizza, che cattura e che conduce l’ascoltatore verso un volontario stato di prigionia fatto di ascolti successivi, consecutivi, senza sosta. Mater A Clivis Imperat trova le sue origini nel primo decennio del nuovo millennio, con Samael Von Martin (Mad Agony, Death Dies, ex Evol) e la tastierista Natalija Branko uniti per creare un progetto sonoro che voleva essere la colonna sonora di opere poetiche di Marta Telatin. Ma ci vorranno ancora degli anni perché questa tipologia di concetto musicale trovasse i giusti attori, l’impostazione corretta e l’ispirazione necessaria. Si conferma manca Demian de Saba (Death Dies, Mad Agony), entra in gioco la favolosa e penetrante voce narrante di Isabella, entrano in gioco i testi in latino, si aggiunge il tastierista Alessio Saglia e il soprano Elisa Di Marte. Il risultato? Rock occulto, prog anni ’60 e ’70, organi liturgici, archi pungenti, groove micidiale, assoli incisivi, teatralità destabilizzante, canti gregoriani… Quasi la colonna sonora di un film che narra di orrore, mistero, avventura, passione, sangue, tradimenti mortali e giuramenti eterni. Un film mai girato, una pellicola che si materializza ogni volta che si ascoltano questi immensi tre quarti d’ora di arte alla massima potenza racchiusi dentro una copertina del compianto illustratore Enzo Sciotti (varie copertine di fumetti italiani per adulti, oltre che per tutti i film di Fulci), scomparso l’anno scorso.
(Luca Zakk) Voto: 10/10