(Rockshots Records) Nel 2014 recensii l’ottimo “A Rose for Egeria” e ora, dopo un disco acustico che purtroppo mi è sfuggito, mi ritrovo in redazione il quarto album di inediti dei piemontesi MaterDea, i quali propongono una miscela sonora che, se può avere qualche paragone in Francia o in Germania, è assolutamente peculiare in Italia. Se proprio dovessi catalogare la loro musica ne uscirebbe un binomio ben strano: folk/gothic metal! Ma se conoscete i Faun, i Qntal, o i Saltatio Mortis potrete intuire a cosa faccio riferimento… “Back to Earth” alterna sonorità new age (nell’intro e nell’outro) e godibili trame symphonic/gothic molto sostenute; “The Return of the King” è condotta da una ariosa melodia. La titletrack è un ethno/folk molto indovinato, mentre “Neverland” è forse troppo pop-eggiante e leggera in alcuni passaggi per la media del disco. “S’Accabadora” è certamente uno dei migliori episodi della tracklist: un folk metal complesso e sfaccettato, con linee vocali accattivanti: si pensa ai migliori Saltatio Mortis. “The Legend of the Pale Mountains” è una affascinante folk ballad, mentre “Coven of Balzarees” ci aggiunge anche qualche suono fiabesco, di quelli che fanno pensare ai film di Tim Burton. Conclusione molto particolare con “Bourrè del Diavolo”, brano folk (quasi) puro che si ispira alla tradizione centroeuropea. Un disco completo, intrigante e particolare, che può interessare un vastissimo spettro di ascoltatori.
(René Urkus) Voto: 8/10