(Pure Prog Records) Dopo la riedizione di “Behind”, recensita QUI, gli austriaci Mayfair ci presentano finalmente il primo disco di inediti dopo esattamente quindici anni. Ammetto che ero curioso di sentire cosa avrebbe cacciato dal cappello questa band, e devo dire che il risultato finale è molto buono. Straniante e non adatto a tutti i tipi di pubblico, ma molto buono! La titletrack (il cui titolo potremmo tradurre con “Batti cuore mio, batti”, con un doppio senso riproducibile anche in italiano) ha qualcosa di avanguardistico: il cantato in tedesco contribuisce a un effetto di disorientamento, ma più che dalle parti del prog metal siamo fra Neue Deutsche Härte ed elettronica! Si tratta comunque di un pezzo che non lascia indifferenti. E che dire di “Brainstorm”? Atmosfere alla Pink Floyd, ma anche psichedeliche, con un rallentamento a centro brano che contiene una sezione di cori alla Queen! “Drei Jahre zurück” (notate la compresenza di testi inglesi e tedeschi) è un rock lisergico che ha qualcosa in comune con quello dei Gallows Pole, altra formazione non a caso austriaca e non a caso sotto contratto per il gruppo Pure Steel. Toni quasi space per la ballad “Island”, mentre “Tric Trac” è un rock sporco e distorto, con diversi punti di contatto con le sperimentazioni fine anni ’70. Si chiude con la batteria elettronica e i suoni ancora una volta spaziali di “Der Abschied”. 40 minuti di libertà sonora per open minded metallers, un disco cui l’etichetta ‘prog rock/metal’ sta decisamente stretta. Curiosità conclusiva: i nostri sono ‘responsabili’ di uno dei photoset più folli che abbia mai visto!
(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10