(Inazuma/Rock’n’Growl) Ecco qui un disco pronto per il fuoco, astioso e incattivito, di coloro che odiano per partito preso il power metal! I Melodius Deite, che vengono nientemeno da Bangkok, Thailandia, confezionano un secondo full-“length” di symphonic power che trabocca dei cliché del genere. E allora? Di fronte a dischi fotocopia che escono in tutti i generi, senza un briciolo di innovazione (e che magari vanno fieri di questo!), io non posso godermi queste composizioni che mi riportano alla golden age del mio genere preferito? I nove minuti di “Land of Fantasy” presentano un power metal arioso e tastieratissimo, di quello che, alla fine degli anni ’90, spopolava grazie all’influenza di Rhapsody e Stratovarius. Epico e cinematografico l’intermezzo (di oltre cinque minuti!) “The Dawn of Journey”; il centro del disco sono però i sedici minuti (!) di “Civilization”. I primi segmenti ricordano da vicino le atmosfere venate di progressive degli Angra, le escursioni strumentali nel mezzo incorporano temi classici o dal sapore cinematografico come nelle suite alla Turilli. Il sound si fa ancora più sognante con “Alexander the Great”; immancabili sprazzi di esotismo in “Pyramids of Egypt”. Il lunghissimo strumentale conclusivo (tredici minuti!) “Sailing around the World” è, quantomeno, la conclusione coerente di questo “Voyage through the World of Fantasy”. Un disco che, a partire dalla copertina, fa sognare i nostalgici: se preferite gli incubi del black o gli headbanging sfrenati del thrash… beh, lasciateci band come i Melodius Deite senza farci la predica! Avremmo tutto il diritto di venirla a fare a voi…
(René Urkus) Voto: 7,5/10