(Autoproduzione) A Losanna cova la pazzia. Comicità e crossover metal sono ciò di cui si occupano i Meltdown, attraverso testi taglienti e nascosti dietro un immaginario che attinge da fumetti e videogiochi. Il tutto appare veramente folle o forse solamente eccentrico. Guardare le foto dei quattro balordi svizzeri in azione e leggere alcuni post nella propria pagina Facebook, si pensa a qualcosa di goliardico e si ritorna al clima d’esordio del rap-funky-groove-punk metal, ribattezzato crossover, cioè qualcosa che nel tempo ha prodotto realtà stupende, epocali, proseguendo poi fino alla sua forma più compiuta con i Rage Against The Machine e non solo. “Boobs Are for Heroes” è parente di un’epopea lontana, che rivive con un maquillage rispettoso di quell’epoca eppure con rifiniture moderne. Gradevoli i pezzi oppure esaltanti, possente il sound ma soprattutto è vero: la band suona, ci dà dentro, batte ritmi con asciutta insistenza e pronuncia riff carichi di distorsioni vibranti, celebra versi arroventati e spacca gli altoparlanti. Infatti non un solo ascolto di “Boobs Are for Heroes” è stato fatto senza che canzoni come “Gang Bang Cartoon Box”, “Tales of the Intergalactic Sandwiches” o “Foolish Soul” arrivassero distintamente al vicinato. Colpo su colpo, riff su riff dimostrano quanto i Meltdown siano palesemente capaci di comporre delle canzoni immediate e dalla struttura perfetta, anche quando si prendono licenze espressive libere, come nel punk etnico di “Learn to Burn”. Trascinanti e concreti i Meltdown e sanno esserlo per diversi motivi, tra i quali un groove che fluisce in ogni istante, alimentato da un basso che vibra come una corda d’acciaio tesa. Il ritmo poi è il nervo centrale, il motore, l’impulso continuo che alimenta ogni passaggio e inietta nelle vene dell’ascoltatore adrenalina.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10