(No Remorse Records) Suprema quanto inossidabile espressione del doom metal con occasionali riferimenti heavy, prog e power. Per quest’ultimo aspetto avviene per via della voce, di sicuro, perché Stefan Berglund ha una struttura vocale poliedrica ma dai toni alti, perfetti nelle pieghe epiche del sound. Power anche per via di alcune sortite, come cavalcate improvvise che suonano tanto heavy e di più ancora. Musicalmente però la band svedese Memory Garden è variopinta, vivace, molto creativa. Berglund poi non si limita a stare nelle sue linee vocali, spesso infatti si lancia a seguire la musica, ad andare con essa e rendendo lo scenario sonoro maestoso. Senza andare oltre è bene scrivere che il cantante offre una prova eccellente. Le chitarre accompagnano con il riffing ma plasmano anche scenari ed atmosfere, amplificando quel senso di laconica mestizia del genere doom metal. I Memory Garden però non si abbandonano a toni funerei, anzi le loro composizioni esprimono momenti brillanti, vivi. Il songwriting di “1349” è oro. Qualche composizione ha una sua durata più o meno importante, di contraltare però ve ne sono almeno tre che non arrivano ai cinque minuti di durata. Il suonare dei Memory Garden è un flusso che va in divenire e che di tanto in tanto nei pezzi sontuosi quanto lunghi nella durata, adotta l’idea di riprendere un tema portante e di svilupparlo più volte. Non esistono dunque solo andature meste, infatti “Distrust” è un mid tempo che appare travolgente rispetto ad altre composizioni e con una fase centrale però piuttosto alla Candlemass. Da momenti maestosi, a momenti liturgici quasi e fino a sortite dirompenti, i Memory Garden celebrano un sound abbastanza personale, con tratti anche prog per via di certi cambi repentini, oltre a quelli già citati e in stile power ed heavy. L’album è stato curato da Dan Swanö che smalta senza eccessi il sound.

(Alberto Vitale) Voto: 9/10