(Qua’ Rock Records) Questo album è la prima parte di una storia che parla del controllo delle masse, dell’intera società da parte del potere, dei governi ed è raccontata attraverso un puro progressive. “From Another World Pt.1” è vero nettare per gli appassionati del genere perché i Mess Excess arrivano proprio alle dimensioni reali del genere. Progressive dai tratti metal e rock insieme, due componenti ben modulate grazie a suoni chiari e altri da un stile vintage soprattutto quando entrano in gioco alcune tastiere e synth di Fulvio Carraro. Un musicista dal tocco classico (col piano a tratti ricorda Keith Emerson) e sapiente. I Mess Excess sono in sei e vedono al microfono Martina Lotti e Helene Costa ai cori. “Brainstorm” non ha nulla a che fare con la celebre canzone degli Hawkwind, ma è una strumentale che sviluppa trame accattivanti e tempi sincopati che incalzano l’ascoltatore, soprattutto per come le diverse parti scivolino dal rock, al metal, al prog più sano, puro e frizzante. Carraro, il chitarrista Alessandro Santi, il bassista Andrea Giarracco, Michel Agostini, batterista, incalzano gli strumenti con maestria e una musicalità sublime. “Brainstorm” è probabilmente il pezzo più ‘andante’ dell’album, quello più musicale, ma “Deranged” possiede un ritornello e relativa cornice musicale che fanno breccia. Tuttavia va riconosciuto che “From Another World Pt.1” non manca di melodia, di scorci che trasportano e dal lirismo raffinato, però i Mess Excess non puntano alla semplicità o peggio alla banalità melodica. Il loro sound scorre con fare elegante, ed ecco che nonostante i pezzi vivano di un minutaggio importante, il passare del tempo scivola. La musica dei Mess Excess attraversa i sensi dell’ascoltatore e per quaranta minuti i testi affrontano una storia ancora tutta da scoprire. Si attende la seconda parte.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10