(Aural Music) Tutto cambia. Tutto progredisce. Se “Belfry” (recensione qui) risultava schifosamente doom, dannatamente occulto ed instabilmente fumoso, il passo successivo degli italiani Messa reinventa tutto… confermando ogni cosa. Le (poche?) tracce di doom svaniscono e diventano heavy metal annegato nel fumo rituale di una stregoneria dark jazz fuori di testa. Sara è una conferma. Senza dubbio la ‘nostra’ Chelsea Wolfe, forse più oscura, più dispersa negli inferi ma anche più sublime, dolce, perversamente sensuale. Questo concept porta ogni emozione allo stato liquido… una soluzione chimica poderosa, esaltante, deprimente, sconvolgente, destabilizzante, eccitante, letale. Sassofoni. Sludge che lacera. Chitarre blues. Teorie oscure di jazz infettato da sofferenze profonde come i gironi infernali ubicati più in basso. Ancora blues. Soul, molto soul. Acido nelle vene con l’introduzione noise ambient battezzata come la dea egizia dell’oceano primordiale. L’acqua invade, il livello sale, tutto viene avvolto da un umido silenzio il quale si ribella ed esplode in “Snakeskin Drape”: paradiso ed inferno, dolcezza e ruvida brutalità, con una divagazione tanto oscura come il blues al quale inneggia, nel quale annega. Dissonante “Leah”. Pesante “Leah”. Down-tune, “Leah”. Oscura e atmosferica, “Leah”. Jazz & blues annegati in malattie sludge con “The Seer”. “She Knows” rapisce, porta lontano, non so dove, non immagino dove e proprio non voglio sapere dove. Spero solo non ci sia ritorno, tranne per quel momento dove tutto muta, tutto cambia, tutto si amalgama dentro la follia psicotica di “Tulsi”, un brano che riesce con intelligenza a fondere dark rock, black metal, sludge, doom, heavy metal, ambient pop e non so quali altri intricati percorsi musicali. Altre epoche con “White Stains”, epoche musicali antiche… prima del saluto nostalgico di “Da Tariki Tariquat”. Livelli intensi. Supremi. Eterei. Sacri in maniera eroticamente dissacrante. Ulteriori commenti sarebbero superflui, in quanto rappresenterebbero un’offesa a cotanta arte oscura. L’unica Messa che merita devozione, fede cieca e prostrazione incondizionata.
(Luca Zakk) Voto: 10/10