(Metal Blade Records) Esplode il suono degli italiani Messa. Diventa incontenibile. Il doom cresce verso una dimensione più stellare, più ampia, più rock, ancora più vintage (come copertina e foto), offrendo uno spazio infinito alla voce della bravissima Sara, qui libera di esprimersi ben oltre l’ormai nota impostazione eterea e decadente. “The Spin” è un oceano di spunti, di divagazioni costruite attorno a basei un po’ settantiane, un po’ ottantiane, decisamente blues, deliziosamente jazzy, il tutto con un tocco pesante di personalità, di creatività, di originalità. Misteriosa e pregna di un sentore che definirei post dark wave “Void Meridian”; immensa come l’emblematico video “At Races”, oscura e figlia della dark wave “Fire on the Roof”. “Immolation” è intima e introspettiva, ma capace di offrire un meritato ampio spazio a Sara, mentre “The Dress” è una piccola perla di libertinaggio musicale, con suoni che spaziano dal metal al rock, verso quell’accento noir esaltato da un sassofono intrecciato ad una chitarra sopra una base dal sapore elettronico. Imprevedibile con i suoi accenti estremi “Reveal”, giustamente nostalgica ma anche graffiante e a tratti estrema, la conclusiva “Thicker Blood”. Un capolavoro con linee vocali immense, chitarra soliste stupefacenti ed una resa sonora a dir poco esplosiva! Osservando il viaggio finora compiuto dai Messa, “The Spin” è un album che rappresenta un monumentale punto di arrivo, ma anche un nuovo ed eclettico punto di partenza; ma questa continua evoluzione è dopotutto ben radicata nel DNA della band veneta, la quale continua a mettersi in discussione, a reinventarsi, a rifiutare di riposare annientando ogni confine dettato da una qualsivoglia comfort zone.
(Luca Zakk) Voto: 9/10