(Massacre/Audioglobe) Ho simpatia per i MessengeR, perché mentre i maestri del true metal continuano a coprirsi di ridicolo, loro e i Majesty (fra gli ‘imitatori’ più fedeli) ci credono ancora senza patetismi e con una foga innocente quanto genuina. Due anni fa ho recensito il precedente “See you in Hell” QUI e ho fatto con piacere due chiacchiere con il singer Siggi (QUI); oggi mi ritrovo fra le mani il nuovo “Starwolf”, prima parte di una serie che traspone in musica l’omonimo romanzo di tale Victor L. Pax, scritto proprio in collaborazione con la band – non a caso, come ricordo da una vecchia intervista che ebbi con Tarek Maghary, proprio uno dei sogni dei Majesty. I cinque membri della band diventano quindi cinque dei protagonisti del volume, e nelle foto promozionali li vediamo proprio in stile da fumetto fantascientifico (la vicenda racconta di ribelli e pirati spaziali). Per quello che ho letto sul sito, la storia è classica ma non disprezzabile; e la musica – tanto per restare in tema di defenders of metal – si ‘difende’ bene, nel senso che i MessengeR non sono i Rainbow ma sanno sicuramente fare il loro sporco lavoro! Si parte all’arrembaggio con “Riders of Galaxy”: una opener sostenuta e grintosa, con un ritornello interessante e gradevoli escursioni strumentali nel mezzo. Sospesa fra i Running wild e i Majesty (sempre loro!) “The Spectre” (occhio al solo quasi folkeggiante), mentre ha un mirabile ritornello happy “Salvation”, che è forse anche il miglior pezzo di tutto il disco. Altra carica positiva dalla bella e diretta “Chosen One”, mentre è cadenzata e manowariana fin dal titolo “Earth, Wind & Power”. La titletrack è un inno lungo e solenne, dove i cori un po’ pacchiani danno sicuramente il giusto apporto di epicità; la chiusura è affidata alla drammatica “Born to Face the Wind”, un mid-tempo anch’esso maestoso ma per nulla tronfio. Nel digipack anche due cover: “Blackbone Song” di Zed Yago e, naturalmente, “Port Royal” (se non sapete di chi è non dovreste stare a leggere questa recensione). Mezzo punto in più per l’impegno, perché i MessengeR hanno dato vita a una operazione di musica e marketing certamente significativa: il sognwriting, lo ripeto, non è mastodontico, ma il viaggio spaziale si volge con piacere.
(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10