(Indipendent) Gli israeliani Metal Scent sono sostanzialmente nati come cover band (o meglio, come metal cover band di brani della tradizione mediorientale!), e questo “Homemade” è il loro primo disco fatto interamente di inediti, che ci mostra una formazione capace e sufficientemente smaliziata per farsi notare, almeno un po’, sul più difficile mercato europeo. “Never too late”, con la quale si iniziano le danze, ricorda da una parte il power fine anni ’90 meno squillante, quello al confine con il progressive, e dall’altra certo rock/aor della stessa epoca (il primo nome che mi viene in mente è quello dei Ten). Belle evoluzioni chitarristiche in “Hold on” e in “Coast to Coast”, poi la serrata “Silks of White” ha un ritmo e un mood completamente diverso dai brani precedenti e punta a un risultato maggiormente grintoso, ma più rock che metal. È un segnale importante, perché da questo punto in poi il disco finisce per andare in una direzione diversa rispetto a quella che preannunciava in apertura. Inizio e fine acustici per la coinvolgente “Inner Light”, mentre “Desires” cambia ancora una volta la posta in gioco presentandosi radiofonica come non mai. Sorniona ma irresistibile “Everybody’s gone”, che giunge addirittura dove sono arrivati gli ultimi Avantasia; “No other Way” rubacchia addirittura un’idea ai Red Hot Chili Peppers. Dopo il southern acoustic rock di “The Voice” la conclusione è affidata a un’altra allegra ballata sulla 12 corde, “Time has come”. Un miscuglio di stili e idee, ma alla fine dischi di questo tipo devono solo regalarci un’oretta senza pensieri, e “Homemade” ci riesce benissimo.
(Renato de Filippis) Voto: 7/10