(UDR Music) Mike LePond, bassista dei Symphony X impegnato peraltro in tanti progetti paralleli, non ha certo bisogno di presentazioni; stupisce davvero questo esordio della sua creatura solista, che si propone in fondo come una piccola summa di heavy/power metal, orientata quindi su lidi abbastanza lontani da quelli della band madre. Il nostro si è circondato di compagni ben rodati e capaci (Alan Tecchio canta da venti anni negli Hades, mentre Mike Chlasciack è il guitarist dell’Halford solista… e non dimentichiamo che all’altra chitarra c’è Mike Romeo), e il risultato è a tratti addirittura esaltante! “Apocalypse Rider” sorprende e diverte con il suo scanzonato approccio Motorhead, ma la cosa bella è che le trame chitarristiche hanno comunque un’anima progressive! Dopo una intro dai toni orientali, “Red Death” si sviluppa nel chiaro segno dei Judas Priest; la lunga “The Quest” tenta addirittura delle soluzioni da melodic power metal, ma butta nel mucchio anche un break tribale che poi sfocia in una sorta di danza medievale! Struggente invece la power ballad, “Masada”, dedicata alla fortezza simbolo della resistenza ebraica contro i romani e ai suoi eroici occupanti, che preferirono morire piuttosto che cedere al nemico: il chorus è davvero indovinatissimo. La quasi titletrack “Silent Assassins” arriva alle sonorità degli Edguy; la cupa “The Progeny”, invece, è l’occasione per le migliore passarelle strumentali del disco. Arriviamo così agli undici minuti di “Oath of Honor”: una intro manowariana (i paragoni fra due bassisti così diversi come LePond e DeMaio mi sembrano inutili), un refrain stentoreo ed epico, escursioni strumentali maestose e profonde. Sicuramente uno degli album che mi ha colpito di più quest’anno: classico senza suonare datato, capace di spaziare a 360° fra le mie sonorità preferite, e con un paio di potenziali hit single veramente vincenti. Complimenti, Mike!
(René Urkus) Voto: 8,5/10