(autoprodotto) Un duo, Gunther Cucs e Milford Mocs (ex Plowshare), noti anche come Mocs & Cucs. Un disco nel 2011 e ora questo nuovo lavoro rigorosamente cantato in lingua madre, il catalano. Genere? Qui si va indietro nel tempo: metal pesante, thrash, un po’ di groove, tanto crossover, qualche tocco epico, qualche modernismo per esaltare un sound meravigliosamente essenziale. Brani come “Pengem el virrei” sono furiosi, imprevedibili, includono sono tocchi di keys, ma i riff sono dannatamente aggressivi, gli assoli al fulmicotone… tanto da far uso della doppia cassa. Tematiche? Prima di tutto identità nazionale catalana, poi vari argomenti di critica sociale, tanto che il titolo del disco significa letteralmente ‘bruciamo le fottute banche’. Esplosiva la title track in apertura, e come non potrebbe con un titolo simile. “Ets repugnant” scatena un mosh fuori controllo, con “El candidat” il thrash sembra sparire, diventando quasi un ribelle, allegro e scatenato punk. “Massa gent” è sempre intensa e devastante, dimostrando però linee vocali di un certo livello, ben al di sopra di prevedibili growl e urla varie. Provocante l’essenzialità di “L’edat dels ximpanzés”, inizialmente misteriosa “Morirem tots!!!”, prima di dar luogo ad un thrash ultra classico ed irresistibile. Imprevedibile “Astre guía”, un brano profondo, introspettivo, molto oscuro e lontano da ogni sonorità aggressiva, mettendo in luce un lato poetico della band, prima della conclusiva “Flegma i verms”, favoloso pezzo che richiama al thrash in chiave rap che un tempo riusciva a dominare le trasmissioni radio. Intelligenti, ribelli, scatenati, contro ogni istituzione… sociale, politica o religiosa che sia… ma in chiave ironica, quasi senza prendersi troppo sul serio, spingendo sull’acceleratore e materializzando brani sostanzialmente divertenti, capaci di scatenare energia e far smuovere l’ascoltatore. Una band che meriterebbe essere vista dal vivo!

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10