(Red Cat) Con un tale monicker, non è difficile immaginare quali siano state le origini dei romani Mindcrime: la band è nata nel 2009 come cover act dei Queensryche, ma ben presto i nostri hanno deciso di scrivere i brani originali che oggi compongono questo “Checkmate the King”. L’opener “Stormchild” ci offre subito un prog adulto, vellutato e discretamente prodotto (forse solo la batteria poteva avere una resa migliore), che però è davvero molto debitore delle atmosfere dei già citati Queensryche. Naturalmente, se amate gli anni d’oro della formazione di Geoff Tate, questo non rappresenterà affatto un problema… ma era una osservazione da fare! “Flying in the Wind” da un lato è più briosa e dall’altro ha un approccio più strettamente metal, con assoli di chiara matrice anni ’80. Semplice e ficcante il ritornello di “Until the Twilight comes”; è poi il momento di una ballad acustica avvolgente e di taglio quasi radiofonico, “Once upon a Day”. Molto solida anche “War in the Name of Peace”, che permette all’estro vocale di Bruno Baudo di esprimersi al meglio; la bella “Paths paved with Gold” mi ha ricordato gli ultimi esiti di una gloria del metallo italiano passata ormai al prog, gli Adramelch. Dopo la grinta tutta americana di “We were Dreaming”, la conclusiva “You always believed in me” torna a suoni più tosti e marcati, che però non dimenticano grazia e melodia. Un debutto che è già maturo (d’altronde tutti i musicisti coinvolti hanno anni di esperienza alle spalle), per una formazione che deve soltanto cercare in maniera più convinta la propria dimensione e una certa originalità.
(René Urkus) Voto: 7/10