(Archaic Sound) “Ich hatt’ einen Kameraden”, ovvero “Avevo un camerata”, è una lamentazione delle Forze Armate Tedesche, il cui testo risale al 1809 e fu redatto da un poeta e solo dopo quasi due decadi venne musicato da un compositore. “Ich hatt’ einen Kameraden” è stata ripresa anche dall’esercito austriaco e dalla Legione Straniera, oltre ad essere usata anche in altri cerimoniale, tutti di lutto. Questo testo è il significativo titolo dello split tra i californiani Minenwerfer e gli ucraini 1914, due formazioni legate da testi plasmati sulla Prima Guerra Mondiale e tematiche storiche ad essa riferite. Il tema portante dello split sono le battaglie avvenute nei Carpazi e nella Masuria. Due trincee lontane tra loro, ma che pare abbiano visto in battaglia i nonni dei rispettivi musicisti. I Minenwerfer sono l’esempio di un glaciale black metal vagamente Marduk nelle dinamiche. Le maglie di questi questi quattro pezzi sono serrate, veloci, salvo per le parti centrali dove i ritmi diventano medi e offrono momenti melodici epici. La formazione della California è già autrice di due album, diverse altre pubblicazioni e tra le quali un sostanzioso split con i danesi Sturmtiger e sempre con la Grande Guerra come argomento principale. Più stuzzicante il sound dei 1914: gli ucraini seguono una direzione doom-blackened, giocano molto sulle atmosfere, pur non rinunciando a sortite con blast beat folli. Sicuramente i momenti d’atmosfera e andanti colpiscono da subito l’ascoltatore, ma c’è anche l’aspetto testuale che è ben pensato dai 1914. Ad esempio la canzone “Gas Mask (Eastern Front rmx)” vede un atto di elettronica che lascia percepire l’angoscia dell’uso di un’arma orribile e l’agonia che ne può causare. Al di là del ‘concept’ dietro a queste due band, la loro musica appare alquanto ben concepita (ascoltabile QUI). Se i 1914 si mettono in mostra per un’articolazione del proprio sound messa in risalto anche da una produzione eccellente, i Minenwerfer invece sparano fuori un black metal essenziale, brutale, ma con sortite inaspettate e ben costruite. L’assolo finale di “Iron Cross (Ostfront 1914 Version)” è un esempio fantastico, ma non l’unico!
(Alberto Vitale) Voto: 8/10
Il testo in italiano di “Ich hatt’ einen Kameraden”
Io avevo un camerata,
non ce n’è miglior ahimè.
Che tuonasse la battaglia,
che fischiasse la mitraglia,
saldo stava accanto a me,
saldo stava accanto a me.
Una palla, tra migliaia,
destinata a trarti al ciel!
Colpito t’ebbe al petto,
t’accasciasti senza un detto,
camerata mio, fratel!
Camerata mio, fratel!
Mi tendevi ancor la mano,
implorandomi invan:
– Non ti posso qui aiutare,
mentre deggio ancor sparare.
Ci vedremo in ciel doman,
ci vedremo in ciel doman!