(Nuclear Blast Records) Un album atteso da mesi, cioè dallo scorso anno quando venne annunciato, era agosto, che infine sgonfia le aspettative. Abbastanza sulla scia dei due precedenti album, “Moral Hygiene” e precedentemente “AmeriKKKant”, “Hopiumforthemasses” – i Ministry negli hanno avuto problemi con la sintassi dei titoli degli album! – rappresenta ciò che Al Jourgensen e soci sono, ovvero un’essenza industrial che si serve del thrash/ groove metal/metalcore, ritmi folli, oppure abilmente sintonizzati in mid-tempo o algidamente manipolati per mostrare un volto artistico variopinto. Le anticipazioni di “Hopiumforthemasses” sono arrivate con i singoli: “Goddamn White Trash”, “Just Stop Oil” e infine “B.D.E.” che vede proprio quest’ultimo come opener dell’album, il primo come secondo e quello di mezzo come terzo nella tracklist. “Goddamn White Trash” vede la partecipazione di Pepper Keenan dei Corrosion Of Conformity, ha la sua dinamica ritmica ossessiva, riff intermittenti e un nucleo centrale che sembra di suo un remix. “Just Stop Oil” ha un tono quasi dance nella resa, mentre “B.D.E.” è possente, con ampie sovraincisioni di voci e un ritmo blando. “Hopiumforthemasses” effettivamente presenta anche casi con meno velocità, come la monolitica “Aryan Embarrassment” con l’immancabile ospitata di Jello Biafra (ex Dead Kennedys), segnalandosi più per il testo che per altro. Sulla stessa riga c’è “New Religion”. Riprendere un nuovo capitolo di “TV Song” che suona convulsa e pasticciata, risulta poco utile. L’ultimo trittico vede i Ministry nella loro versione free-form e acida, diluiti nel crossover di stili, con “It’s No Pretty”, canzone totalmente slegata dal resto dell’album, “Cult Of Suffering” con quel suo essere accattivante con ritmi, cori, dalle movenze pop-rock, insieme a Eugene Hütz dei Gogol Bordello. Infine “Ricky’s Hand” è una versione techno-dance e new wave dei Ministry ormai parcheggiata nella memoria del passato della band. Alti e bassi, senza che questi ultimi siano delle paludi, ma si ha la sensazione che l’album sia slegato e suddiviso in tre tipologie di pezzi: i Ministry irruenti, industrial metal, quelli meno impetuosi e ciarlieri con cantato, toppe sonore, sampler e cose simili e poi i Ministry che fondono elettronica, acidi d’avanguardia e umorismo con lo stravolgente andare sopra le righe.
(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10