(Nuclear Blast Records) Il nuovo album dei Ministry è il quindicesimo per la band di Chicago. La band di Al Jourgensen. Il primo album “With Sympathy” è del 2013 e tra questo lavoro in studio e “Moral Hygiene” sono disseminate delle pietre miliari che non si sta ad elencare. Siamo nel 2021, combattiamo con una pandemia, il totalitarismo commerciale, la falsità e l’ignoranza della politica e una serie di cose contro le quali Al Jourgensen ha scritto, cantato, suonato, denunciato da anni. “Moral Hygiene” ha un brutta copertina, ma i Minsitry non hanno mai brillato per la loro iconografia che spesso sembra una versione stilizzata di certe immagini da fanzine degli anni dello scorso secolo. Forse anche un titolo un po’ anonimo, ma… Ma Al Jourgensn in studio resta un fenomeno! Ha perso molti validi compagni Al Jourgensen, come Paul Barker, il suo fido compagno di avventura della storia eterna dei Ministry, poi Mike Scaccia – entrambi RIP e non sono neppure i soli ad essere passati al piano superiore! – di recente addirittura il chitarrista Sin Quirin, eppure c’è sempre qualcosa di importante ad ogni uscita discografica della macchina Ministry. Chi si sta chiedendo a quale periodo assomiglierà questo album, domanda legittima se si parla di una band che pubblica dal 1981 ed è appunto al quindicesimo album, la risposta è certamente la più ovvia: a tutti o quanto meno agli ultimi anni… o forse no? “Moral Hygiene” ricorda in certi momenti l’album “Surgical Meth Machine” dell’omonimo progetto parallelo di Jorugensen del 2016, quanto le ben note divagazioni strumentali fitte di sampler e di metal e roba varia interpolata con l’industrial e la techno trance annacquata. Nel suo primo terzo, dunque l’andante “Alert Level” e tutto il resto, compresa “Sabotage Is Sex” dove si esibisce Jello Biafra, amico fraterno di Al, e composizione nella quella il simil ambient e le solite arringhe di Jello Biafra trovano posto, forma e necessità, definisce questo album come una sommatoria tra “Filth Pig” e gli ultimi anni, il suo nucleo centrale va oltre. “Search And Destroy” rievoca il meglio dei Ministry degli ultimi due album, pur essendo un cover dei The Stooges! Le atmosfere soprattutto i toni secchi, arcigni e spietati della musica e delle parole, diventano un turbinio e così tutto va avanti allo stesso modo anche nel secondo terzo dove addirittura echi degli anni ’80 riemergono ovunque. I Ministry insomma, quelli della new wave che flirta col punk, la techno, l’industrial, il cervello inspiegabile di Al Jourgensen, le melodie nate come slogan in un gioco di interpolazione tra musica e parole.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10