(Limb/Audioglobe) I tedeschi Minotaurus hanno già una certa esperienza (tre album e due ep prima di questo, in ben 19 anni di attività), ma le nostre strade non si erano finora mai incrociate; segno sicuro che l’underground, soprattutto nel centro Europa, è un serbatoio praticamente inesauribile, nel quale si nasconde ancora di tutto! La band si dedica ad un power folk che però non è tanto zuccheroso o danzereccio (come va per la maggiore in quest’ultimo periodo), quanto piuttosto piantato su un terreno di old school heavy metal. Il riff di “Free our Souls” risulta incredibilmente simile a quello di “Metal Law” dei Majesty, ma si tratta sicuramente di un caso: il bel refrain sa maggiormente di power metal alla Gamma Ray. “Wanna be your Wife” e “Spirit Island” fanno emergere la dimensione folk del sound, e addirittura “Erlkönig” si spinge dalle parti del Mittelalter Rock (mi ha ricordato qualcosa dei Saltatio Mortis). “The Call” alterna una chitarra spigolosa a cori aperti e melodici: il risultato si fa ascoltare con grande piacere. Bella anche “Varus Battle”, dedicata alla celebre battaglia di Teutonburgo fra romani e germani, che rompe il rigido schema strofa/ritornello con qualche rallentamento al posto giusto e una bella alternanza di voce maschile e femminile. Meno brillanti sono i risultati quando la band si volge unidirezionalmente al metal old school manowariano, come in “Father and Son”. Un disco che, devo dire, evita i più banali cliché del power guerresco.
(Renato de Filippis) Voto: 7/10